Ente Nazionale della Cinofilia ItalianaEnte Nazionale della Cinofilia Italiana

SOCIETÀ ITALIANA ALANI

Indirizzo
c/o Vincenza Mangano Via Galletti, 138
90121 PALERMO (PA)
Regione: SIC
Contatti
Tel. 328-8347687
Alt. NON PRESENTE
Presidente
MANGANO VINCENZA
Vice Presidente
APRILE BICE
Consigliere di nomina ENCI
PINELLI MARIO

Storia

undefinedLa S.I.A., Società Italiana Alani, è la Società specializzata riconosciuta dall'E.N.C.I. del quale ne osserva lo Statuto, i Regolamenti, le Delibere e le Determinazioni, e quindi dalla F.C.I. (Federation Cinologique Internationale), che ha il compito statutario di svolgere ogni più efficiente azione per migliorare, incrementare e valorizzare la razza Alano nelle sue varietà e potenziarne selezione ed allevamento.

La S.I.A. è uno dei più antichi club della storia cinofilia Italiana. Nacque negli anni ‘20 per volere di appassionati gentiluomini, allevatori o amanti della razza, per divulgarla, proteggerla e migliorarla. Furono questi dei veri pionieri, in un’epoca in cui il cane di razza era riservato a pochi. L’Alano poi, trattandosi di una tipologia di cane notevoli esigenze e peculiarità, a pochissimi.

Sin dagli anni ‘30 la S.I.A., sotto la presidenza dell’illustre giudice e allevatore Conte Carlo Brasavola di Massa, si impegnò a valorizzare questa razza allevata in purezza e pubblicò una bellissima, e purtroppo ormai rarissima, monografia ricca di foto dei migliori cani dell’epoca, oggi di grande interesse per seguire l’evoluzione della selezione.

La seconda guerra mondiale ha avuto forti ripercussioni anche sulla cinofilia, che ha incominciato il suo faticoso recupero negli anni ’50. Bisognerà comunque aspettare oltre un ventennio per veder rinascere la Società Italiana Alani.

Nel novembre del 1972 infatti, pochi alanisti pieni di passione e di buona volontà, si riunirono a Milano e decisero che il sodalizio doveva tornare agli antichi splendori. nel febbraio dell’anno successivo fu così indetta la prima assemblea e fu eletto Presidente dr. Bernardo Motta, a quel tempo il più illustre e conosciuto tra gli alanisti italiani.

Nel corso dell'ultimo trentennio il lavoro della S.I.A. ha portato a grandi e continui risultati e dai 20/30 soci iniziali si è arrivati a quota 400, anche grazie alla crescente diffusione di questa razza nel nostro Paese. 

I fini odierni della Società Italiana Alani, che agisce senza perseguire fini di lucro, sono il miglioramento genetico e la tutela della razza, lo studio, la valorizzazione, l'incremento e l'utilizzo della razza Alano nelle sue varietà, svolgendo anche incarichi di ricerca e di verifica affidati dall'ENCI e fornendo i necessari supporti tecnici alla Commissione Tecnica Centrale prevista dal Disciplinare del Libro Genealogico.

A tal fine la Società Italiana Alani fornisce periodicamente all'ENCI una relazione sulla situazione della Razza, unitamente agli obiettivi di selezione che intende perseguire ed ai risultati ottenuti.

Si impegna inoltre nell'organizzazione di eventi espositivi, di meeting sulla selezione ed il benessere degli Alani ed assiste, nei limiti delle proprie possibilità, i suoi associati in tutte le iniziative che abbiano un interesse generale rivolto al raggiungimento dei sopracitati scopi.

Obiettivi Zootecnici

La selezione dell’Alano come di ogni altra razza canina segue obiettivi precisi basati sul raggiungimento della massima tipicità descritta nello standard di razza n° 235 del 20.12.2012. L’alano con le sue caratteristiche di molossoide elegante di grande taglia si discosta grandemente dal normotipo della specie, per questo è d’obbligo una pressione selettiva elevata e precisa. Per la Società Italiana Alani è necessario favorire la nascita di soggetti sani, equilibrati e di ottime qualità morfo-funzionali.

Gli obiettivi di selezione morfologica, contenuti nello standard, sono costituiti da caratteri che caratterizzano l’Alano differenziandolo da altre razze molossoidi estreme. Risulta quindi di primaria importanza favorire l’impiego in riproduzione dei soggetti con tronco tendente al quadrato. La linea dorsale deve essere quasi rettilinea e appena discendente, mai rimontante verso la parte posteriore; bisogna di conseguenza optare per linee dorsali lineari e solide. La testa, punto focale di tipicità, richiede un rapporto cranio/muso pari a 1:1, quindi bisogna limitare l’impiego di soggetti con canne nasali troppo corte. La testa deve essere ben cesellata, senza sovrabbondanza di cute che rischierebbe di creare un soggetto ipertipico ed inespressivo. La lassità cutanea renderebbe visibile la palpebra esponendo l’occhio che dovrebbe essere caratterizzato da espressione vivace, intelligente e amichevole, ad agenti esterni e provocando problematiche oculari anche molto gravi.

La variabilità genetica risulta nella nostra razza molto importante quindi si raccomandano accoppiamenti finalizzati ad ottenere soggetti sani tipici e di buon carattere massimizzando l’impiego di differenti riproduttori al fine di scongiurare le problematiche legate alla consanguineità. Molta attenzione viene riservata dalla SIA alla cura del carattere degli alani allevati in Italia. Lo standard richiede che l’Alano sia socievole, affezionato ai suoi proprietari, senza paura, un cane di famiglia con un’alta soglia di resistenza alla provocazione e senza alcun comportamento aggressivo. A questo proposito favoriamo la selezione del carattere attraverso l’acquisizione del CAE1.

La salute deve essere attentamente valutata, l’impegno del club e degli allevatori viene ufficializzato nelle richieste per la definizione dei riproduttori selezionati: grande rilievo viene dato alle patologie osteo-articolari di base quantitativa quali displasia dell’anca (A o B o C) e dei gomiti (0 o BL o 1).

Essendo riconosciuti cinque colori, la SIA guida gli allevatori negli accoppiamenti consentiti e non, per garantire l’assenza di fenotipi malati. Fondamentale è la decisione presa dalla SIA nel 1984, ossia la dichiarazione del colore del mantello all’interno del pedigree. Inoltre dal 2012 l’FCI dichiara la possibilità di utilizzare il merle come risorsa di nuovo materiale genetico. È utile approfondire la formazione dei giudici sulla tipicità di razza e lo standard attraverso seminari ad hoc.

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